Protocollo d’intesa DAP e UCOII

redazione

 DAP e U.CO.II sottoscrivono protocollo di intesa perfavorire l’accesso di Mediatori culturali e di Ministri di Culto negliistituti penitenziari.Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo eil Presidente dell’ Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche inItalia Izzedin Elzir hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa per l’avviodi una collaborazione con le Comunità Islamiche, finalizzata a favorirel’accesso di Mediatori culturali e di Ministri di Culto negli istitutipenitenziari.L’accordo prende avvio da positive sperimentazioni già attuate in diverserealtà penitenziarie dove forte è la presenza di detenuti musulmani edetenuti provenienti da Paesi di fede musulmana. Il Protocollo, definito dal DAP e dall’U.CO.II con grande sintonia diintenti, intende promuovere azioni mirate all’integrazione culturaleavvalendosi dei mediatori indicati dall’U.CO.II., anche attraverso lastipula di convenzioni con Università ed Enti che cureranno la formazionedei volontari cui è data la possibilità di accedere con continuità negliistituti penitenziari. Le azioni congiunte stabilite dal Protocollo per progetti di mediazioneculturale e per il sostegno religioso alle persone detenute di fede islamicarendono concreta la libertà di culto con valido sostegno religioso e morale.I momenti collettivi di preghiera saranno guidati dai Ministri di Culto, insala-preghiera dedicata e in locali adeguati.La stipula del Protocollo è stata anche l’occasione per approfondireulteriori aspetti di collaborazione tra DAP e U.CO.II, quale ad esempiol’apprendimento dell’italiano per i detenuti di lingua araba, e viceversa,puntando su detenuti in grado di ricoprire il ruolo di “docenti” per icompagni di detenzione, anche attraverso l’uso dei personal computer, unutile supporto per lo studio delle lingue, il cui utilizzo è statodisciplinato dal DAP con la recente circolare emanata il 2 novembre. Unamodalità, sottolinea il Capo del DAP, che responsabilizza i detenuti, essistessi protagonisti dell’esigenza di una reciproca conoscenza e del rispettodelle diverse culture, con indubbi vantaggi per la sicurezza degli istitutipenitenziari. L’attuazione del protocollo sarà preceduta da una fase sperimentale di seimesi attivata in otto importanti istituti penitenziari.