Rientrano le "Quattro stelle per l’Uganda"

red

Rientreranno domani pomeriggio in Italia con un C-130J dell’Aeronautica i componenti di "Quattro stelle per l’Uganda", la missione che ha visto operare medici e infermieri di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, al fianco della Fondazione AVSI, ong italiana impegnata con progetti di
sviluppo in 38 paesi del mondo.
Ad attenderli all’atterraggio a Pratica di Mare ci saranno il
direttore generale della sanità militare, Generale Ottavio Sarlo, e il segretario generale AVSI, Alberto
Piatti. Il team italiano – 20 militari, tra medici, infermieri e addetti alla logisitica, e 2 medici civili – ha operato per due settimane presso l’ ospedale St Joseph di Kitgum, cittadina del nord Uganda vicina al confine con il Sudan. Tra i partner dell’ iniziativa anche la Cooperazione Italiana per lo Sviluppo del Ministero Affari Esteri, che ha fornito supporto logistico per gli spostamenti via terra, e numerose aziende pubbliche e private che hanno reso disponibile un ingente quantitativo di medicinali e materiale sanitario, in parte utilizzato durante la missione, in parte donato alle strutture sanitarie locali.
Oltre cento interventi chirurgici, 230 endoscopie digestive, centinaia di visite ginecologiche ed ostetriche, ecografie, colposcopie e visite ortopediche. Piu’ di 500 analisi microscopiche e test di laboratorio. Questo il bilancio finale dell’ attivita’ ospedaliera, condotta sulla base di un programma di lavoro concordato prima della partenza con AVSI e la Direzione dell’ ospedale. Circa sessanta operatori dell’ ospedale St Joseph, soprattutto le figure professionali di supporto ai pochi medici
presenti nella struttura, hanno potuto lavorare a stretto contatto con il personale italiano, acquisendo la capacita’ di fornire autonomamente dei servizi di assistenza sanitaria alla popolazione non disponibili prima dell’ arrivo della missione.
In particolare, anche grazie ad una serie di apparecchiature donate all’ ospedale – un elettro-bisturi per la chirurgia, un apparecchio completo per endoscopia, una bilancia elettronica per la pesatura del plasma e grandi quantitativi di medicinali e materiale sanitario per pronto soccorso e sala operatoria – l’ ospedale sara’ ora in grado di fornire il servizio per la diagnosi endoscopica di base, un’ accresciuta esperienza in campo ecografico e nuove tecniche in campo chirurgico e clinico-diagnostico. E’ stata inoltre condotta un’ attivita’ didattica nei settori della prevenzione e diagnosi del cancro della mammella e nel primo soccorso cardio-polmonare di base. Su richiesta delle autorita’ governative locali, alcuni componenti del team italiano, tra cui un medico specializzato in malattie infettive e tropicali, hanno preso parte insieme a esperti del World Health Organization e delle ong operanti nel territorio a un gruppo di lavoro di emergenza, contribuendo a definire il quadro clinico della malattia, a creare un sistema di condivisione delle informazioni tra gli ospedali e i presidi sanitari dei distretti coinvolti e tracciare le linee guida per la gestione, l’ isolamento e la cura di alcuni casi sospetti ammessi all’ ospedale St. Joseph.