Sanità: San Carlo, Nursind: “ Preoccupazione diminuzione personale di assistenza

Roberto Imbastaro

Da quando è cominciata la via crucis dell’ Ospedale San Carlo di Nancy, quattro anni orsono, non c’è pace per gli Infermieri e i lavoratori del nosocomio di via Aurelia – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile RSA Nursind San Carlo-IDI-. La struttura ospedaliera, gestita attualmente dalla Luigi Maria Monti srl, sta provvedendo in questi giorni a trasferire presso l’ Irccs IDI, gestito dalla Fondazione Luigi Maria Monti, circa 80 unità lavorative su 500 in maggioranza infermieri e personale ausiliario. A questo va sommato la repentina e imminente chiusura di appalti e servizi affidati a terzi, tra cui quello indispensabile del personale di supporto (OSS, ausiliari, pulizie, cucina). Vorremmo capire – continuano Amato e Gentile-, visto che l’azienda non risponde alle nostre molteplici richieste di chiarimenti nonostante il nostro stato di agitazione da oltre due mesi, dove si sta andando e quale è il futuro di questo importante Ospedale Classificato romano dotato sia di un Pronto Soccorso distante in linea d’aria poche centinaia di metri dal Vaticano che di eccellenze sanitarie e assistenziali. Proprio queste ultime, con l’ attuale significativa carenza del personale socio-sanitario, rischiano di vedersi aumentate ulteriormente i carichi di lavoro legati all’assistenza ai pazienti svolgendo attività improprie. Riteniamo che la situazione attuale, se non modificata, non sia sufficiente a garantire adeguati standard assistenziali, per lo più affidati al personale infermieristico che dall’inizio della crisi, figlia della precedente gestione nota a tutti, stanno dimostrando un alto senso di responsabilità e di sacrificio, soprattutto in termini economici e di stress psico-fisico.  Per questo motivo, richiamando l’amministrazione attuale alle corrette relazioni sindacali in azienda, esprimiamo forte preoccupazione in questa fase riorganizzativa delle attività, sia a tutela dei lavoratori che dei pazienti.  Auspichiamo – concludono i due sindacalisti- il ripristino immediato di tutti i servizi di supporto con il mantenimento dei livelli occupazionali, il rispetto della professionalità degli Infermieri e, se necessario, la sorveglianza delle Istituzioni preposte (ASL RME e Assessorato alla Sanità della Regione Lazio).