Sicurezza in casa: la camera dei bambini

redazione

Pensare alla cura e al benessere dei propri figli (specialmente quando sono ancora piccolissimi) comporta un gran dispendio di energie. Le attenzioni non sono mai abbastanza, bisogna adottare un’infinità di piccole e grandi accortezze per far vivere loro (e noi) nella più assoluta sicurezza.

I pericoli in casa sono tanti; ma bisogna soprattutto pensare al posto dove i nostri figli passeranno la maggior parte del loro tempo a volte anche in assenza dei grandi, ossia la cameretta. E anche se i bambini, soprattutto fino ai 3 anni, preferiscono restare sempre “attaccati” ai genitori e dormire con loro nel lettone, è giusto che possiedano una stanza tutta per loro, un proprio “territorio” confortevole nel quale sentirsi protetti e al sicuro, circondati dai loro giochi preferiti.

Vediamo quali requisiti di sicurezza deve possedere l’arredamento che compone una cameretta e diamo uno sguardo d’attenzione particolare ai migliori amici dei nostri figli: i giocattoli.

Uno sguardo ai mobili essenziali….

La scelta degli arredi per la cameretta del bambino deve sicuramente unire al gusto estetico i requisiti di sicurezza e funzionalità;.. In generale, è sempre bene scegliere arredi che siano realizzati con materiali naturali, non tossici (dei materiali parleremo in seguito), che siano robusti, stabili, resistenti e che non presentino scheggiature e spigolature appuntite. Bisogna anche far caso alle rifiniture e ai rivestimenti: questi ultimi sono particolarmente importanti perché bloccano le fuoriuscite di eventuali sostanze nocive.

Consideriamo alcuni componenti che non mancano mai nella cameretta di un bambino. Partiamo dal lettino: è importante che le sbarre laterali siano posizionate a una distanza compresa tra i 6 e i 7,5 cm per evitare che il piccolo provi a passarci in mezzo rimanendo incastrato. Le sponde dovrebbero raggiungere i 75 cm di altezza, essere scorrevoli ed essere dotate di un sistema di sicurezza. Nel caso si avessero bimbi oltre i sei anni e si optasse per un lettino a castello, fare attenzione che la parte superiore sia dotata di barriere laterali rigide e ben fissate, per evitare le cadute.

Attenzione al materasso: è bene che aderisca perfettamente alla struttura e alle dimensioni del lettino, così da non lasciare degli spazi vuoti, che sia rigido, spesso circa 10-15 cm e realizzato in un materiale non deformante e anallergico come, ad esempio, le fibre naturali.

Passiamo al fasciatoio: meglio se grande circa 70-80 cm, facile da lavare e soprattutto che possieda una struttura stabile e resistente.

Il girello permette al bimbo di muoversi per casa senza necessariamente ricorrere all’aiuto dei genitori; anche in questo caso, è necessario però un occhio alla sicurezza. Il girello, infatti, per essere a norma, non deve assolutamente ribaltarsi ma deve rimanere stabile e resistente anche nel caso in cui sbatta contro un ostacolo; è bene che sia rivestito in plastica, tessuto o altri materiali atossici per evitare che il bambino si ferisca. Infine, è fondamentale che possieda un freno che ne blocchi il movimento in presenza di scale, gradini e scivoli.

Il box in linea di massima è un oggetto piuttosto sicuro che permette ai genitori di lasciare il bambino incustodito per brevi momenti mentre gioca, senza temere che si faccia male. Per essere a norma, il box deve possedere delle maglie strette, in modo che il piccolo non cerchi di infilarci la testa; le sponde devono essere abbastanza alte in modo che il bambino non riesca a scavalcarle; la struttura del box deve essere stabile a prova persino dei movimenti più scatenati. Infine, anche per il box vale la regola che è bene che tutti gli spigoli e le parti appuntite siano rivestiti da materiale morbido e atossico.

Infine, il pavimento: è fondamentale che sia facilmente lavabile. In modo da proteggerlo da acari e batteri. Per questo motivo è preferibile un pavimento realizzato in legno (purché non si scheggi), marmo o in ceramica a una moquette che, sebbene favorisca l’isolamento termico, è meno facile da pulire.

La normativa di riferimento e la garanzia del marchio IMQ

Ci sono numerose norme che regolano la realizzazione e l’utilizzo degli arredi e dei materiali da costruzione; ad esempio, c’è la UNI EN 120:1995 che controlla l’emissione di formaldeide per i pannelli di legno. Oppure la UNI EN 747-1:2007 che stabilisce i criteri di sicurezza di mobili e lettini a castello e la UNI EN 716:2008 per letti e lettini pieghevoli. O, ancora, la UNI EN 12227-1:2008 che stabilisce i requisiti di sicurezza per i fasciatoi e la UNI EN 12227-1:2001 per i box.

Il leader italiano della certificazione per l’arredo e i materiali in legno è ICILA, ente di certificazione del gruppo IMQ, specializzato per i settori del legno e dell’arredamento

…E uno sguardo ai materiali

L’atossicità dei materiali componenti dell’arredo è fondamentale dato che il bambino tende ad assaggiare ogni cosa. Molti materiali continuano a rilasciare odori e prodotti chimici dannosi per la salute e per l’ambiente per lungo tempo. Per questo motivo è importante scegliere dei materiali facilmente lavabili, che limitino sia le emissioni nocive sia gli accumuli di polveri e acari e che siano trattati solo con sostanze bioecologiche. I materiali devono anche essere traspiranti e non trattenere l’umidità che può generare sostanze nocive. È giusto anche che la stanzetta sia allegra e colorata, basta utilizzare vernici e tinture composte solo da sostanze innocue come pigmenti, colle e resine vegetali.

Ma quali sono i materiali più utilizzati per l’arredamento delle camerette?

Il materiale più utilizzato per la costruzione di mobili in generale è sicuramente il legno (dal legno massiccio ai pannelli leggeri come il compensato), scelto perché più economico e più facile da montare. Il legno di per sé non è tossico, ma può diventarlo in seguito ai trattamenti anti muffa e anti umidità, oppure in seguito al trattamento con collanti e leganti che emettono sostanze nocive per le mucose, gli occhi e l’apparato respiratorio come la formaldeide. Il legno è il materiale ideale per i pavimenti: caldo e traspirante, permette ai bambini di giocare per terra nel confort più assoluto, soprattutto se trattato esclusivamente con materiali (come olio a cera o collanti naturali) che non emettono sostanze nocive.

Anche l’acciaio e l’alluminio sono spesso usati come materiali da costruzione; anche questi metalli di per sé non sono tossici, ma bisogna sempre fare attenzione che siano stati trattati contro il pericolo della corrosione e che non presentino spigolature o superfici taglienti.

Infine, la plastica, materiale sempre più utilizzato per la costruzione di mobili per le camerette dei bambini e preferito ad altri per la sua duttilità, le forme morbide senza troppe spigolature e i colori vivaci. Anche la plastica di per sé è atossica; l’unico problema può essere rappresentato dai residui del processo di produzione che con il tempo possono diventare nocivi.

Alcuni elementi importanti

E ora passiamo in rassegna alcuni elementi importanti che non sono sempre presenti nella stanzetta del bambino, ma che contribuiscono a preservare la salute e la sicurezza del piccolo e a far stare più tranquilli i genitori anche quando sono lontani.

Prese e spine Nella cameretta del bambino ma anche in tutto il resto della casa, è importante fare attenzione che le prese siano del tipo di sicurezza dotate di tegoli, ovvero piccolo dispositivi che impediscono l’inserimento di materiali esterni, o in alternativa che siano riparate dagli appositi copripresa.

Umidificatori e deumidificatori D’inverno, l’aria diventa troppo secca a causa del riscaldamento eccessivo che riduce drasticamente l’umidità. Chi vive in un ambiente troppo secco può manifestare sintomi come secchezza delle mucose delle vie respiratorie, mal di gola, naso ostruito con conseguente respirazione difficoltosa, ma anche allergie: la secchezza dell’aria, infatti, favorisce il sollevamento della polvere e di tutto il suo “seguito” di germi patogeni. Inoltre, l’impianto di riscaldamento, dal canto suo, disperde particolato, ossido di carbonio e biossido di azoto; queste ultime due sostanze sono prodotte anche dalla cucina a gas durante il loro normale utilizzo.

Anche l’aria troppo umida incide negativamente sulla salute. Inoltre, un’umidità eccessiva può favorire la proliferazione di microrganismi nocivi, come gli acari della polvere e delle muffe.

Per cercare di ridurre la secchezza dell’aria, ci sono gli umidificatori: questi possono essere a “vapore caldo” o “a vapore freddo”. I primi, che possono funzionare a elettrodi o a resistenza, alzano la temperatura dell’acqua contenuta nel serbatoio, fino a portarla a 100° C, per poi liberarla nell’ambiente, sterilizzata, sotto forma di vapore. In genere, sono dotati di un interruttore di livello in grado di spegnere automaticamente l’apparecchio quando l’acqua contenuta nel serbatoio si è esaurita.

Gli umidificatori a “vapore freddo” funzionano, invece, a ultrasuoni, producendo una nebulizzazione dell’acqua per effetto di vibrazioni ad altissima frequenza, non percettibili dall’orecchio umano, fino a generare particelle finissime che si diffondono nell’ambiente in modo uniforme. Il consumo energetico è più basso rispetto agli apparecchi a “vapore caldo” in quanto viene nebulizzata acqua fredda e, quindi, non si produce calore.

Quando però l’umidità presente nell’ambiente supera il 60%, l’aria tende a esaurire la sua capacità di trattenere l’acqua e, in queste condizioni, la traspirazione naturale del corpo si disperde con maggiore difficoltà. Inoltre, è più facile che proliferino le muffe e che rimanga un caratteristico odore di umido. Non solo. L’eccesso di umidità, soprattutto nei mesi freddi, comporta un rallentato riscaldamento dei locali, mentre, d’estate, rende il caldo ancor più insopportabile.

Per eliminare questi inconvenienti è necessario riequilibrare il tasso di umidità, favorendo il ricircolo dell’aria, con l’installazione di un deumidificatore: l’aria della stanza viene così fatta circolare attraverso la batteria evaporante (fredda) su cui l’aria umida più calda condensa; di conseguenza l’aria rimmessa nel locale risulta deumidificata. Esistono anche versioni speciali, particolarmente adatte per le camerette dei bambini, che hanno anche la funzione di filtrare l’aria, per eliminare batteri e microimpurità, e che sono particolarmente utili per chi soffre di allergia.

Proprio perché è importante preservare la qualità dell’aria che respira il nostro bambino, soprattutto durante le ore del sonno e soprattutto per evitare il pericolo di allergie e altri problemi respiratori, alcune aziende, oggi, realizzano alcuni modelli di deumidificatori e di deumidificatori pensati apposta per la stanzetta dei bambini, dalle forme divertenti e dai colori vivaci.

La normativa di riferimento e la garanzia del marchio IMQ

Come tutti gli apparecchi elettrici, e, in particolare, quelli che possiedono la parte in tensione a stretto contatto con l’acqua, anche gli umidificatori devono garantire di essere stati costruiti secondo le norme di sicurezza. Per la verifica della sicurezza di questo genere di apparecchi vengono applicate delle Norme europee specifiche che contengono le necessarie prescrizioni di sicurezza elettrica, tecnica e meccanica. In particolare, la norma di sicurezza per gli umidificatori è la CEI EN 60335-2-98. Sono molteplici le prove cui IMQ sottopone gli umidificatori; una verifica importante è quella tesa ad accertare che non sia possibile estrarre gli elettrodi dal serbatoio, quando l’apparecchio è in funzione. A tale scopo, sono previsti, in genere, particolari sistemi di interblocco, di cui i prodotti sicuri sono sempre dotati. Una volta superate queste prove, l’apparecchio viene sottoposto a test più specifici, importanti per prevenire fuoriuscite di acqua o scariche elettriche. Il pericolo principale, infatti, è rappresentato dal rischio che l’acqua, a contatto con gli elettrodi, fuoriesca dal serbatoio e provochi scariche elettriche. Le prove termiche, invece, accertano la temperatura raggiunta dalle varie parti dell’umidificatore. Vi sono, poi, le prove di resistenza meccanica, che vengono eseguite per verificare che, anche subendo colpi piuttosto violenti, l’apparecchio  non subisca danni che rendano accessibili le parti potenzialmente pericolose, in particolare che non si creino fessure dalle quali l‘acqua, a contatto con gli elettrodi, possa fuoriuscire.

Anche per i deumidificatori devono rispondere alla norma di sicurezza CEI EN 60335-2-98.

Oltre alle consuete prove per le verifiche dei dati elettrici forniti dal costruttore, delle accessibilità a parti elettriche e meccaniche pericolose e delle temperature massime raggiunte durante il normale utilizzo dell’apparecchio, questi apparecchi vengono sottoposti da parte dei tecnici di IMQ a tutta una serie di prove affinché non possano essere fonte di pericolo per l’utente anche in condizioni di utilizzo che non rientrano nella normalità. La più significativa è quella che prevede il blocco del rotore dei motori finché un dispositivo di protezione non interrompe l’alimentazione in modo permanente. Durante questa prova, le temperature degli avvolgimenti e dell’involucro del motore devono rientrare nei limiti massimi consentiti dalla norma.

In tal modo, ci si assicura che non vi siano rischi dovuti al surriscaldamento e, quindi, pericoli di incendi anche in condizioni anomale.

 

Interfono É un apparecchio che permette di trasmettere e ricevere suoni e rumori da un ambiente all’altro. Le mamme lo usano per sentire, ad esempio, se il bambino piange di notte o per controllarlo mentre si trova in un’altra stanza. Gli interfoni possono funzionare a onde convogliate oppure in wireless, cioè senza fili. Il primo tipo sfrutta la rete elettrica, a 220 volt, collegando i due apparecchi al cavo di alimentazione, senza troppi problemi d’interferenze durante la comunicazione o l’ascolto.

Gli interfoni wireless sfruttano la tecnologia Bluetooth: si può così comunicare a distanza (entro un determinato raggio d’azione) in modo gratuito; ma può sorgere qualche problema di interferenza perché se il canale ricetrasmittente cui l’apparecchio si appoggia è già occupato o disturbato, si deve passare ad un altro canale per ripristinare la comunicazione in modo chiaro.

Anche nel settore degli interfoni la tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi sul mercato si trovano modelli che non si limitano solo alla comunicazione sonora bensì anche a quella visiva: i video-interfoni. Si tratta di modelli con telecamera e display LCD che permettono di vedere il bambino anche al buio tramite la tecnologia a infrarossi. Sul mercato si trova anche un tipo di interfono con sensore: il sensore si posiziona sotto il materasso e avvisa la mamma in caso di assenza di qualunque movimento o rumore respiratorio per più di 20 secondi continuativi. Questi nuovi modelli hanno un prezzo piuttosto elevato ma hanno il vantaggio di una comunicazione sempre chiara grazie al gran numero di canali ricetrasmittenti a disposizione (spesso superano il centinaio). Alcune importanti caratteristiche dell’interfono sono: l’indicatore “out of range” che avvisa la ricetrasmittente della mamma che è posizionata fuori dal raggio di funzionamento dell’apparecchio e la funzione stand-by per il risparmio energetico dei modelli alimentati a batteria.

La normativa di riferimento e la garanzia del marchio IMQ

La direttiva europea sulla compatibilità elettromagnetica prescrive che tutte le apparecchiature elettriche/elettroniche debbano funzionare correttamente nell’ambiente in cui operano, cioè non devono essere influenzate dai disturbi prodotti da altre apparecchiature ed a loro volta non devono generare disturbi che pregiudichino il funzionamento di altre apparecchiature. Inoltre gli interfoni, come gli altri elettrodomestici, devono sottostare ai requisiti generali previsti dalla norma EN60335-1 sulla sicurezza per elettrodomestici, utensili elettrici e similari.

Come tutti gli elettrodomestici, IMQ sottopone anche questo tipo di apparecchi a numerose prove e verifiche: ad esempio, vi sono le prove di sicurezza elettrica, termica e meccanica; le prove climatiche e le prove meccaniche (ad esempio, per testare la resistenza agli urti).

Luce antibuio Si tratta di un lumino colorato che serve a rallegrare e tranquillizzare il bambino al buio, prima della nanna, contribuendo così a conciliare il sonno. Spesso questi apparecchi possiedono un sensore per lo spegnimento automatico non appena capta la luce del giorno e una maniglia che permette al bambino di trascinarlo e giocare. Oggi sul mercato se ne trovano davvero di tutti i tipi: ci sono le lampadine di tutte le forme e i colori che possono essere attaccate alle sponde del lettino o ai bordi del box. Ci sono le lanternine che, oltre a diffondere diversi effetti luce in tutta la stanzetta, emettono anche delle dolci melodie che coccolano il bambino creando l’atmosfera giusta per la nanna. O, ancora, i proiettori che proiettano sul soffitto le stelline luminose e rassicurano il neonato con un tenue sottofondo musicale del repertorio classico.

Attenzione ai giocattoli!

Ogni anno, si verificano in Italia migliaia di incidenti e infortuni causati dai giocattoli; soprattutto in periodo natalizio, sono frequenti i sequestri di giocattoli contraffatti e non realizzati secondo le normative, provenienti ad esempio dai paesi orientali.

Per cercare di limitare al massimo gli infortuni, fin dal 1988 l’Unione europea ha emanato una serie di norme con cui si stabilisce quali sono i requisiti e le modalità di costruzione dei vari tipi di giocattoli.

A tutela della sicurezza del giocattolo, esistono indicazioni previste per legge, che possono essere verificate al momento dell’acquisto, controllando che sulla confezione siano riportati in modo leggibile, indelebile e in lingua italiana i seguenti elementi: la marcatura CE e un marchio di sicurezza come IMQ, in particolare per i giocattoli elettrici, e il marchio “Giocattoli sicuri” dell’Istituto Italiano per la Sicurezza dei Giocattoli, che garantiscono che il prodotto è stato controllato per verificarne la conformità ai requisiti di sicurezza prima di venire immesso sul mercato; la provenienza e la marca del gioco; la fascia d’età alla quale è destinato; eventuali avvertenze specifiche (ad. esempio se il giocattolo può contenere parti piccole smontabili o residui chimici); le istruzioni d’utilizzo.

Anche nel caso dei giocattoli è necessario controllare che non possieda parti piccole e facilmente ingeribili, scheggiature o angoli taglienti e che non sia stato realizzato con materiali tossici. A questo proposito è sempre bene verificare l’affidabilità del negozio presso cui è stato acquistato e al rapporto qualità – prezzo: se il prezzo è troppo basso o se il giocattolo è stato acquistato in una bancarella quasi sicuramente non possiede tutti i requisiti per la sicurezza. Purtroppo la presenza della marcatura CE non ci preserva del tutto dal rischio della contraffazione: e non basta da sola a essere sinonimo di garanzia e sicurezza. Per questo motivo è necessario che sulla confezione del giocattolo sia riportato anche un marchio di sicurezza come quello rilasciato da IMQ.

Un occhio particolare va dato agli imballaggi che avvolgono il giochino (che essendo spesso in plastica vanno tenuti sempre fuori dalla portata dei bambini), agli ingranaggi interni del gioco,  alle pile, che non devono essere facilmente raggiungibili e alle rifiniture che potrebbero facilmente arrugginirsi: per questo motivo è bene che i genitori controllino spesso lo stato del giocattolo.

Infine, a parte rispettare rigorosamente la fascia d’età alla quale il giocattolo è destinato ed evitare che i giocattoli del fratellino maggiore finiscano tra le mani del fratellino minore e viceversa, bisogna fare attenzione a non scambiare per giocattoli oggetti che in realtà non lo sono come, ad esempio, le decorazioni natalizie o i modellini da collezionismo.

 

La normativa di riferimento e la garanzia del marchio IMQ

Per quanto riguarda i giocattoli, è entrata in vigore nel giugno 2009 la nuova direttiva 2009/48/CEE che, oltre a individuare la categoria dei “non giocattoli” (dove rientrano quegli elementi di intrattenimento potenzialmente pericolosi come puzzle, petardi, giochi con dardi), garantisce la sostituzione di materiali e componenti pericolosi qualora esistano delle alternative meno rischiose e qualora le condizioni tecniche e economiche lo permettano. La Direttiva, inoltre, chiarisce ulteriormente gli obblighi imposti al fabbricante, all’importatore autorizzato e al distributore che devono essere in grado di dimostrare la conformità dei prodotti immessi sul mercato della comunità europea.

Per verificare i requisiti di sicurezza, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità sottopone i giocattoli elettrici e circa 300 prove. Si verifica, ad esempio, che le parti in tensione siano protette in modo che anche il bambino più curioso non possa toccarle; che i materiali impiegati non possano danneggiarsi a causa del calore, o bruciare violentemente; che il giocattolo abbia una resistenza meccanica tale da escludere rotture inaspettate e pericolose; che non abbia spigoli e bordi che possano ferire il bambino o parti che possano essere inghiottite etc.

In genere, la tensione nominale di alimentazione dei giocattoli elettrici è compresa entro 24 volt, ossia entro valori non pericolosi, ma bisogna ricordare che esistono anche giocattoli alimentati a 220 volt. A questo proposito, un elemento fondamentale per i giocattoli elettrici a 24 volt è il trasformatore, che serve per ridurre la tensione da 220 a 24 volt, e che deve impedire che, in caso di guasto, si abbia la tensione di 220 volt sulla presa a 24 volt.

IMQ controlla anche la compatibilità elettromagnetica del giocattolo che non deve disturbare il funzionamento delle altre apparecchiature elettriche ed elettroniche né essere, a sua volta, disturbato.

L’Istituto Italiano del Marchio di Qualità effettua anche una serie di prove sui giocattoli non elettrici, anche se è in prevalenza l’Istituto Italiano per la Sicurezza dei Giocattoli a occuparsene. Un esempio di test sui giochi non elettrici è il test del fuoco: I giochi in tessuto devono dimostrare di essere stati realizzati con materiali poco infiammabili. Per questo motivo, vengono sottoposti a una prova di laboratorio che misura la velocità di propagazione di una fiamma che brucia molto lentamente. Un’altra prova per i giochi non elettrici è il test di rottura: i giocattoli contenenti ingranaggi o piccoli pezzi o parti delicate vengono “strapazzati” per verificare che non si rompano facilmente.

 

I consigli di IMQ per la sicurezza della stanzetta

Con i bambini la prudenza e le precauzioni da prendere non sono mai abbastanza. Ecco una prima lista di consigli fondamentali che l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità fornisce per la sicurezza e il benessere del bambino tra le pareti della sua cameretta:

 

  • Acquistare sempre e solo prodotti recanti il marchio IMQ per essere certi di aver acquistato un prodotto realizzato a norma secondo le più recenti disposizioni in materia di sicurezza.
  • Areare e pulire spesso la stanzetta per evitare gli accumuli di acari e polvere.
  • Non lasciare mai il bambino da solo sopra i fasciatoi o sopra i letti senza sponde.
  • Fare attenzione anche a scale e finestre che potrebbero attirarlo; non sistemare vasi o altri oggetti sui quali il bimbo potrebbe arrampicarsi in prossimità delle finestre e utilizzare un cancelletto per bloccare l’accesso alle scale.
  • Tenere i bambini lontani da prese di corrente e dai fili elettrici. Assicurarsi che tutte le prese siano a norma e ricorrere ai copri presa per evitare che il bambino infili le dita nei buchini.
  • Coprire tutti gli spigoli con le apposite protezioni di gomma, almeno finche il bambino non sarà in grado di camminare stabilmente.
  • Nell’acquisto di un interfono per bambini, verificare anche la portabilità: alcuni modelli, coprono un raggio d’azione di 100 metri, altri coprono distanze maggiori: fino a 300 metri.
  • Quando si acquista un umidificatore, scegliere apparecchi con un’autonomia di circa 15 ore. In questo modo si ha aria umidificata per un’intera giornata e il carico d’acqua viene effettuato una sola volta.
  • Preferire umidificatori con manopola regola flusso che consente di regolare quantità e direzione in base ad esigenze specifiche.
  • Fare attenzione all’orientamento del vapore: non deve essere diretto verso alcun oggetto e, soprattutto verso le persone.

·         Quando arriva il momento della scuola è bene progettare un’illuminazione ottimale per la zona studio, affiancandovi intorno diversi punti luce. Questo perché la scrivania deve essere sempre tenuemente illuminata anche nella zona circostante per non stancare la vista. Inoltre, per la scrivania sono da preferire apparecchi d’illuminazione da tavolo, con braccio orientabile.

·         Quando si acquista un giocattolo, provarlo, almeno per la prima volta, insieme al bambino per insegnargli il corretto utilizzo. Anche il giocattolo più sicuro, se usato in modo errato o per scopi diversi rispetto a quelli per cui è stato fabbricato, rischia di trasformarsi in un potenziale pericolo per chi lo maneggia.

  • Il giocattolo non deve essere appeso con stringhe, corde e fiocchi alla culla o al lettino, se non è appositamente destinato a questo uso.
  • Eliminare i giocattoli rotti, senza tentare di ripararli: se la riparazione è approssimativa o inadeguata, c’è il rischio che il giocattolo diventi pericoloso.
  • I peluches non devono avere il pelo lungo: il bambino potrebbe strapparlo e ingoiarlo. Gli occhi, il naso e i capelli di un orsacchiotto o di una bambola devono essere resistenti allo strappo.
  • Si sconsiglia di utilizzare o lasciare un giocattolo a pile esposto a condizioni estreme di temperatura, ad esempio, in una vettura parcheggiata al sole etc.
  • È sempre opportuno togliere le pile da un giocattolo se questo ha cessato di funzionare in modo soddisfacente oppure se si prevede un lungo periodo di non utilizzo.
  • Le pile di un giocattolo devono essere sostituite tutte contemporaneamente, avendo cura di non impiegare insieme pile di nuovo acquisto e pile parzialmente utilizzate e di non usare insieme pile di marche e sistemi elettrochimici diversi. Infatti, benché oggi la maggior parte delle pile sia costruita con involucri protettivi o altri accorgimenti per evitare perdite, una pila che è già stata parzialmente o completamente utilizzata può avere una maggiore tendenza a perdite rispetto a una pila che non è stata ancora utilizzata.