Somalia: Mogadiscio di nuovo in fiamme

Sara Rossi

Da un paio di giorni a Mogadiscio si stanno svolgendo violenti scontri tra i militanti di Al Shabaab e i soldati governativi e della forza di pace Amisom nella zona di Hurwaa. E’ ancora incerto il numero delle vittime e dei feriti, ma diversi testimoni hanno riferito di aver visto decine di corpi senza vita lungo le strade in cui si sono verificati gli scontri più violenti.  

Da circa quattro mesi a Mogadiscio non si verificavano combattimenti tanto intensi, da quando il gruppo miliziano somalo legato ad al Qaida ha lasciato il controllo dei quartieri della capitale somala. Da allora si erano susseguiti solo una serie di attentati che hanno provocato la morte di decine di civili e militari alleati. Il portavoce del distretto per il governo federale di transizione ha confermato gli scontri e le vittime. Per le prossime settimane è atteso un nuovo contingente di soldati della forza di pace dell’Unione Africana. Dopo Gibuti e Kenya anche altri due Stati, Sierra Leone e Guinea, potrebbero prendere parte attivamente alle operazioni militari in Somalia.

Il vicecomandante dell’Amisom a Mogadiscio, Audace Nduwumunsi, ha dichiarato che per garantire la stabilità del Paese sono necessari almeno 20mila soldati. In questo clima si inquadra l’uccisione di due coordinatori di Medici Senza Frontiere Belgio, un francese e un indonesiano, che sono stati uccisi a Mogadiscio da un impiegato somale di MSF.