Studenti lombardi a scuola di guerra

red

Cultura militare, armi e tiro, sopravvivenza in ambienti ostili, ma anche difesa nucleare, batteriologica e chimica, superamento ostacoli, topografia e orientamento, per finire con una gara pratica tra pattuglie di studenti. Queste le materie di studio previste dal progetto "Allenati per la vita", organizzato dall’ufficio scolastico lombardo insieme al comando regionale dell’esercito con l’investitura ufficiale dei ministri Mariastella Gelmini e Ignazio La Russa. Gli istruttori, più o meno un centinaio, sono tutti volontari dell’Unuci (unione nazionale ufficiali in congedo). L’anno scorso parteciparono quasi 900 ragazzi, quest’anno l’obiettivo "è superare i mille", dicono gli organizzatori. Visite al poligono di tiro, lezioni di teoria ma anche "uscite in ambiente alpino e un pernottamento in ambienti ostili". Ufficialmente l’obiettivo del progetto è quello di "contrastare il bullismo grazie al lavoro di squadra". Ma tra i professori che hanno ricevuto la circolare è già polemica. Nella circolare 1 si legge che il progetto sviluppa le attività di "primo soccorso, arrampicata, tiro con arco e pistola ad aria compressa, nuoto e salvamento, orienteering e infine percorsi ginnico-militari". E poi, "le attività in argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alle forze armate, alla protezione civile, alla Croce Rossa e ai gruppi volontari del soccorso". Le domande più frequenti dei docenti sono due: "L’intento è quello di invogliare i ragazzi a diventare militari? E quanto può essere istruttivo insegnare a un quindicenne l’uso della pistola?".