Torino, maxievasione internazionale

Tiziana Montalbano

Le Fiamme Gialle di Torino, al termine di un’attività di investigazione economico-finanziaria, hanno scoperto una rete di imprenditori e professionisti che hanno trasferito circa 24 milioni di euro in paradisi fiscali. I paesi interessati per l’occultamento dei capitali erano la Svizzera, il Liechtenstein e la Repubblica di San Marino. L’attività investigativa ha però svelato retroscena inattesi: da un lato, parte dei proventi esportati sono derivati da distrazioni di denaro in capo a società in fallimento, dall’altro il denaro portato oltre confine rinveniva da una rilevante evasione fiscale determinata dal sistematico perpetrarsi di reati tributari. Per ciò che concerne questo secondo aspetto ai finanzieri si sono appalesati, grazie anche alla elaborazione dei dati emersi a seguito della analisi della copiosa documentazione acquisita in sede ispettiva, elementi probatori diretti a prefigurare una grave e reiterata condotta evasiva in capo a dei soggetti insospettabili che, per il tramite di società fiduciarie, esportavano sistematicamente capitali sottratti al fisco italiano. Le persone coinvolte sono una decina ed alcuni di loro sono stati anche denunciati alla magistratura per bancarotta fraudolenta nonché per aver presentato delle infedeli dichiarazioni dei redditi. Gli stessi, peraltro, non hanno potuto beneficiare degli effetti sanatori dello scudo fiscale, in quanto i finanzieri hanno avviato i controlli prima dell’entrata in vigore della specifica disposizione normativa. Tra le persone coinvolte un’anziana benestante torinese che, alla soglia dei cento anni, ha affidato i propri lasciti familiari a intermediari finanziari che li hanno investiti in paesi a fiscalità privilegiata, senza mai dichiararli in Italia, un imprenditore con disponibilità di pietre preziose per un valore di circa 14 milioni di euro in Svizzera, che non ha mai denunciato al fisco italiano, noti liberi professionisti della città e pensionati che hanno investito in tutto il mondo, in particolar modo depositando le loro somme in Svizzera, e alcuni imprenditori che, in concomitanza con declaratorie fallimentari delle loro società, hanno distratto somme di denaro dalle casse societarie per occultarle nella Repubblica di San Marino.