Torino: nonna tenta di portare droga in carcere al nipote detenuto

Roberto Imbastaro

Si erano presentate al carcere di Torino l’una per sostenere il colloquio con il nipote detenuto e l’altra per consegnare un pacco al compagno albanese anch’esse ristretto, ma il loro comportamento ha insospettito il Personale di Polizia Penitenziaria di servizio all’Ufficio colloqui. Tanto che a seguito degli attenti controlli non sono mancate le sorprese: una, nonna di un detenuto italiano, è stata trovata con 7 pastiglie di subotex nel reggiseno e l’altra, una volta ispezionato il pacco indumenti destinato al congiunto straniero, ha tentato di introdurre in carcere 2 telefoni cellulari con SIM card ed un tablet.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commenta: “Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Torino, ci ricordano che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. E al Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Torino va dunque l’attestazione di stima più sincera da parte del primo e più rappresentativo Sindacato dei Baschi Azzurri, che mi onoro di rappresentare. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga in Istituto, considerato che la presenza dei tossicodipendenti detenuti è sempre significativamente alta, o di telefoni cellulari. Questi episodi confermano una volta di più come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente a Torino il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.