Ucamp e GdF per carte di credito più sicure

Paola Fusco

  L’Ucamp, l’Ufficio centrale antifrode mezzi di pagamento del ministero dell’Economia, ha posto in essere un nuovo sistema di protezione di tutti i cittadini utilizzatori di carte di credito e mezzi di pagamento analoghi. Per venire incontro alle esigenze di cittadini e aziende che ogni anno subiscono ingenti danni a causa di frodi su carte di credito, bancomat e revolving, dal 1° dicembre 2008 è stato attivato un archivio informatico che rafforzerà la sicurezza del circuito di utilizzo dei mezzi di pagamento informatici, e che prevede l’espulsione dal circuito stesso degli esercenti che accettano mezzi di pagamento clonati o contraffatti. Anche le banche e le finanziarie saranno maggiormente tutelate attraverso l’informazione in tempo reale di movimentazioni anomale e sospette delle carte di credito. L’iniziativa scaturisce dal regolamento di attuazione della legge n. 166 del 17 agosto 2005, a tutela di tutte le potenziali vittime dei pirati informatici che subiscono la "classica" clonazione delle carte di credito, il phishing e le violazioni della privacy. Il sistema di protezione impone a tutti gli istituti (società, banche, intermediari finanziari) che emettono carte di pagamento e quelli che gestiscono reti commerciali di accettazione delle stesse, di provvedere ad accreditarsi presso l’Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento (UCAMP) ed effettuare le segnalazioni richieste a termini di legge. Grazie all’azione dello Stato, che nel contrasto al fenomeno si arricchisce di strumenti e metodologie nuove, sarà rafforzata la fiducia che il cittadino nutre nei confronti dell’uso delle carte di credito e di debito. L’UCAMP rappresenta la struttura del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze ed è composto, in massima parte, da un Nucleo specifico della GUARDIA DI FINANZA. L’ufficio, oltre alle funzioni sopra citate, ha il compito di monitorare, prevenire e contrastare i tentativi di falsificazioni dell’euro e prevenire le frodi nel settore dei prestiti che vanno da 154 a 31.000 euro. Il nuovo archivio informatico sarà gestito direttamente dal personale dell’UCAMP e sarà costituito di due segmenti. Il primo segmento, avviato  il 1° dicembre, riguarda le frodi accertate. Più in particolare, il segmento verrà alimentato da tutte le segnalazioni dei gruppi societari che emettono le carte o che convenzionano i punti vendita. Il database conterrà i dati riguardanti gli esercizi commerciali nei confronti dei quali è stato esercitato, per motivi di sicurezza, il diritto di revoca della convenzione che regola la negoziazione delle carte di pagamento. E’ inoltre prevista la comunicazione dei dati relativi alle transazioni non riconosciute dai titolari di carte di credito, e quindi precedentemente denunciate agli organi di giustizia. Sulla base di tali dichiarazioni il database è dunque in grado di individuare immediatamente l’esercizio nel quale è avvenuta una transazione irregolare. Il secondo segmento, il cui avvio è previsto alla fine del prossimo anno, riguarderà le operazioni sospette. Quando sarà realizzato, le predette società avranno l’opportunità di richiedere il monitoraggio di tutte le informazioni nel caso in cui un singolo esercente superi le soglie di rischio di frode o la modalità di spesa di una singola carta raggiunga ovvero superi determinati parametri di rischio. L’incrocio delle informazioni provenienti da tutte le società emittenti le carte potenzierà e velocizzerà l’identificazione dei casi di frode e degli autori degli stessi garantendo l’intero circuito dai rischi di frode, molto più efficacemente di quanto non possano fare oggi i singoli operatori del settore. Oltre a costituire per le banche e le società che operano nel settore uno strumento utile a prevenire le frodi, l’archivio informatico rappresenterà anche un valido strumento a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia, la Guardia di Finanza in particolare, per contrastare con efficacia il fenomeno della clonazione delle carte di pagamento che ormai anche in Italia, come negli altri paesi della Comunità Europea, ha raggiunto livelli piuttosto elevati.