Vigilanza privata: Urbano (Assiv), norme certificazioni utili al sistema di qualità dell’imprese

Roberto Imbastaro

Il disciplinare emanato dal Capo della Polizia, che fissa criteri e modalità per la certificazione di conformità degli istituti di vigilanza privata, è un nuovo tassello nella costruzione del sistema di qualità delle imprese del settore. Lo ha evidenziato Maria Cristina Urbano, vicepresidente dell’ASSIV, l’associazione delle imprese di vigilanza e servizi fiduciari aderente a Confindustria, nella sua introduzione ai lavori del seminario, tenuto ieri a Roma, in cui sono state illustrate le nuove norme sulla certificazione degli istituti. Più che di semplici norme – ha detto la vicepresidente – si tratta “di un sistema organizzativo capace di dare, prima di tutto a noi stessi imprenditori della sicurezza, la consapevolezza che le nostre aziende rispondono ai quei requisiti, che sono sì requisiti di legge e quindi cogenti, ma soprattutto sono requisiti di qualità, requisiti di sistema che ci consento di tenere sotto controllo i processi delle nostre aziende, di monitorarne l’andamento, di intercettarne le criticità per la loro eliminazione e di individuare quelle aree di miglioramento che dovrebbero renderci più competitivi”.  Ha inoltre rilevato l’importanza delle “ispezioni” periodiche affidate a organismi di certificazione indipendenti accreditate presso il Ministero dell’Interno, una scelta “coerente” condivisa dall’ASSIV, perché per le attività di sicurezza sussidiaria “ci vogliono regole certe, parametri oggettivi, prassi applicative omogenee sul territorio”.

 

Per illustrare le norme sulla certificazione delle imprese di vigilanza, l’ASSIV ha organizzato un secondo seminario che si terrà mercoledì 25 marzo a Milano.