GdF: sequestrati due laboratori tessili clandestini

Stefano Serafini

Quella del “lavoro nero”, specialmente nel sud Italia, è una piaga atavica nel nostro sistema produttivo e commerciale che la Guardia di Finanza, nel suo peculiare ruolo di polizia economico-finanziaria, tenta di arginare impiegando nel settore numerose risorse operative.Prova ne è l’ultimo ritrovamento di due opifici clandestini, dediti alla produzione di capi d’abbigliamento, che le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli hanno scoperto nelle località di Casandrino e Grumo Nevano.Nei due opifici – uno dei quali risultato completamente sconosciuto al Fisco – erano impiegati 33 lavoratori in nero, dei quali 20 italiani e 13 bengalesi. Sette dei tredici lavoratori bengalesi, peraltro, non erano nemmeno in regola con il permesso di soggiorno. I due laboratori, come spesso avviene in questi casi, erano stati ricavati nei seminterrati di abitazioni civili e non avevano il benché minimo requisito di sicurezza per i lavoratori che vi operavano e per lo stabile in cui si erano insediati. Al momento dell’irruzione i finanzieri, oltre a costatare la presenza dei 33 lavoratori “in nero” intenti nelle loro mansioni lavorative, hanno anche sottoposto a sequestro i locali nonché i macchinari ivi presenti (50 macchine elettriche da cucito, 11 assi da stiro, 530 giacche in corso di lavorazione e numerose materie prime).Le ditte irregolari, riconducibili a una donna di origini bengalesi regolarmente stabilita in Italia ed un soggetto italiano, sono sotto la lente d’ingrandimento dei militari della Guardia di Finanza che stanno ora ricostruendo i movimenti finanziari delle stesse al fine di quantificare il volume dei redditi imponibili sottratti al Fisco.