“La settimana horribilis del sistema penitenziario si chiude con un bilancio davvero tragico, che dovrebbe far riflettere sull’attualità della prepotente urgenza richiamata dal Capo dello Stato che è ben lungi dall’essere stata, anche parzialmente risolta, dai pannicelli caldi adottati dal Governo attraverso l’approvazione di recenti norme" Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL Penitenziari, ricorda gli eventi luttuosi che, nella trascorsa settimana, hanno funestato il Corpo della Polizia Penitenziaria .“Non intendiamo strumentalizzare le due ultime tragedie che hanno sconvolto il Corpo della polizia penitenziaria. Ma è anche vero che due suicidi di nostri colleghi, in meno di 48 ore (Formia e Sessa Aurunca), non possono non essere oggetto di quella necessaria e doverosa attenzione che si dovrebbe avere verso il malessere del personale, ma che non si manifesta in atti concreti da parte di chi detiene responsabilità politiche ed amministrative. Noi – prosegue SARNO – continuiamo a credere che le infamanti ed indecorose condizioni di lavoro aggravate, spesso, da un senso di abbandono e frustrazione alimentano la spirale depressiva e la sindrome del burnout. E’ evidente che occorre trovare rimedio a questa preoccupante escalation di suicidi nella polizia penitenziaria (38 dal 1 gennaio 2008 ad oggi). Forse non bastano più nemmeno gli annunciati centri di ascolto. Forse è il momento che l’Amministrazione Penitenziaria comprenda che bisogna dimostrare vicinanza ed attenzione ai problemi del personale. Ancor più in questo che è, indubitabilmente, il periodo peggiore che attraversa il sistema carcere dal dopoguerra. Purtroppo, per quanto possono essere apprezzati, non bastano gli effimeri riconoscimenti verbali a ridare slancio e motivazioni ad un personale che spesso è costretto a subire non solo la contrizione dei diritti soggettivi quant’anche soprusi ed angherie da parte di superiori gerarchici. L’ invito che rivolgiamo in primis al Ministro Severino, ma anche la nuovo Capo del DAP, Tamburino, è quello di segnare una svolta impegnandosi per garantire alla polizia penitenziaria non solo i diritti ma anche salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro.” E sulle condizioni di lavoro dei baschi blu la UIL Penitenziari è intenzionata a diffondere quanto prima un vero e proprio dossier. “Troppo spesso le nostre segnalazioni non trovano alcun riscontro. Questa insensibilità logora ed alimenta la rabbia e la frustrazione del personale. Come si può pretendere che agenti impiegati nelle traduzioni debbano prestare servizio anche per diciotto ore consecutive, a bordo di autoveicoli inefficienti ed insicuri solo in nome del risparmio economico? Come si può tollerare – denuncia il Segretario della UIL Penitenziari – che il personale debba prestare servizio in ambienti insalubri ed esposto ad ogni intemperia? Perché un solo agente deve provvedere (specie di notte) alla sorveglianza di più centinaia di detenuti, senza alcuna rete di protezione? Non dimentichiamoci che dall’inizio di quest’anno sono già circa sessanta gli agenti penitenziari feriti da detenuti . Gli ultimi casi a Lucca e Macomer.” Ma il bilancio della settimana horribilis si completa con altri morti in cella: “In questi ultimi giorni due detenuti, a Milano Opera e Cremona, hanno deciso di evadere per sempre dalla vita. Sono, quindi, otto i suicidi dall’inizio del 2012. Per non parlare delle due vite salvate dai baschi blu da tentati suicidi (Enna e Genova Marassi) che portano a circa trenta il numero dei detenuti strappati a morte certa dal 1 gennaio ad oggi, sui circa cento tentati suicidi posti in essere. Per questo – chiude SARNO – quando il Ministro Severino parla di noi come eroi non esagera. Ma agli eroi dovrebbero andare riconoscimenti certi e non solo attestati di stima.“
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