Da oggi, mercoledì 30 aprile, l’Italia sarà un po’ più europea. E’ questa, infatti, la data fatidica in cui, come già annunciato, vengono messi al bando gli assegni trasferibili. Una mini rivoluzione su cui il nostro ministero del Tesoro punta per combattere efficacemente il riciclaggio e la criminalità, rimpinguando al contempo le sofferenti casse del Fisco. Con questa novità, l’Italia si adegua alla normativa europea che combatte l’illegalità e l’evasione. Vediamo, nel dettaglio, quali sono le principali novità che non solo interesseranno l’emissione di assegni, ma anche libretti di deposito, titoli al portatore e l’uso dei contanti. Cosa si può fare, di qui in avanti, e cosa viceversa non si potrà più fare senza attirare i dovuti controlli? Gli assegni potranno essere ancora “trasferibili” solo se se ne farà esplicita richiesta alla propria banca e se l’importo non sarà superiore a 4.999 euro. Tuttavia si dovrà pagare una tassa di 1,5 euro ad assegno (che verrà incassata dal Fisco) indicando sul retro il nome e il codice fiscale di chi effettua la “girata”. Se queste indicazioni saranno assenti o erronee l’assegno non potrà essere incassato. Sopra i 5 mila euro gli assegni dovranno essere obbligatoriamente “non trasferibili”. Anche quelli intestati “a me stesso” o “a me medesimo” diventano a tutti gli effetti “non trasferibili” e potranno essere incassati solo da chi li emette quindi non potranno essere girati. Queste stesse regole valgono anche per gli assegni circolari, per quelli postali e per i vaglia. Altro limite: scende a 5 mila euro la soglia per effettuare pagamenti in contanti (fin qui era 12.500), una misura che si inserisce nella già dichiarata “guerra al contante” che da anni accomuna America e Europa. Secondo il Tesoro, questa e le altre regole consentiranno anche di tracciare più facilmente gli spostamenti di denaro per ottenere un più corretto ed efficace controllo fiscale. Ma andiamo avanti. Vanno definitivamente in pensione i libretti al portatore di importo superiore a 5 mila euro: dal 30 aprile non saranno più emessi e per quelli esistenti entro il 30 giugno 2009 dovranno essere chiusi e incassati, frazionati o dove non possibile incassata la somma eccedente il limite. Tutti pronti, dunque: le banche, che attraverso l’Abi promettono ampia informazione per i clienti; il ministero dell’Economia, che conta così di recuperare nuovi fondi e si prepara a valutare personalmente le operazioni “sospette”; pronte anche le multe, che nel caso degli assegni “non trasferibili” una dimenticanza può costare fino al 40% dell’importo e, per il mancato frazionamento dei libretti al portatore le multe possono variare fra il 10% e il 20% del saldo.
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