E’ finito l’incubo di Clara e Emmanuel Rojas

Adria Pocek

L’incubo di Clara Rojas può dirsi definitivamente concluso solo ora che ha potuto riabbracciare il figlio Emmanuel. Liberata giovedì scorso insieme a Consuelo Gonzales de Perdomo grazie alla mediazione del presidente venezuelano Hugo Chavez, dopo essere stata per sei anni ostaggio degli oppositori delle Farc, la Rojas ha voluto partire subito dal Venezuela con un aereo militare per raggiungere a Bogotà il figlioletto.
Nato quattro anni fa nella giungla con parto cesareo da una relazione consensuale con un guerrigliero, Emmanuel fu sottratto alla madre quando aveva appena otto mesi per essere dapprima affidato a un uomo di fiducia delle Farc e quindi chiuso in un orfanatrofio. Le immagini del video diffuso dalle autorità colombiane mostrano madre e figlio che, dopo essersi ritrovati, cantano e giocano. L’identità di Emmanuel è stata accertata ricorrendo al test del Dna.
Se questa storia si conclude, dopo tanta sofferenza, con un finale roseo, un’altra tragedia si sta consumando sempre nelle stesse zone. Presunti guerriglieri delle Forza Armate Rivoluzionarie della Colombia hanno difatti sequestrato in queste ore sei turisti colombiani impegnati in un’escursione nel dipartimento di Choco, nella Colombia nord orientale, presso il confine con Panama. Aerei della marina militare sono già impegnati nelle attività di ricerca. Secondo quanto riportano i media locali, i sei sequestrati facevano parte di un gruppo di 19 turisti che stava compiendo una gita in barca nel golfo di Tribuga.
L’odissea di Clara Rojas e di Consuelo Gonzalez de Perdomo, ostaggio delle Farc per più di cinque anni, è finita il 10 gennaio quando sono salite a bordo degli elicotteri venezuelani. I due MI-17 con le insegne della Croce Rossa mandati da Hugo Chavez a recuperare le due donne sono partiti alle 12 locali (le 18 italiane) alla volta di Santo Domingo, nello stato venezuelano di Tachira, dove sono arrivati due ore più tardi. Il recupero degli ostaggi è avvenuto nella giungla nella provincia colombiana di Guaviare. Ricevute le coordinate riferite al luogo del rilascio, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha subito informato la stampa potendo finalmente tirare un sospiro di sollievo, dopo settimane di tira e molla con la guerriglia marxista. Per Chavez "le Farc non sono terroristi, ma una forza militare che controlla una grande porzione di territorio e con la quale si deve trattare direttamente". Da Bogotà un portavoce governativo ha respinto immediatamente questa ipotesi: "Non tratteremo mai con un’organizzazione criminale che tiene in ostaggio oltre 2.000 persone".
La Rojas, 44 anni, ex candidata alla vicepresidenza colombiana, era nelle mani delle Farc dal 23 febbraio 2002, mentre l’ex deputata Gonzalez de Perdomo, 57 anni, era stata rapita il 10 settembre del 2001.
La liberazione dei due ostaggi, ha spiegato il presidente francese Nicolas Sarkozy, potrebbe portare a una soluzione positiva anche per il sequestro della franco-colombiana Ingrid Betancourt, candidata alla presidenza della Colombia. "La Francia è felicissima per la liberazione dei due ostaggi" ha detto Sarkozy, "è il segno che qualcosa si muove, che la mobilitazione sta dando dei risultati e ci obbliga a fare sforzi ancora più imponenti per riportare a casa gli altri ostaggi, prima fra tutti Ingrid Betancourt”. Sulla stessa linea la posizione dell’Unione europea. "Ora più che mai abbiamo in mente le condizioni di quanti sono trattenuti contro la loro volontà da gruppi illegali in Colombia e le sofferenze delle loro famiglie. Dovrebbero essere liberati immediatamente" hanno affermato con una nota il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e la commissaria per le relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner.
La Farnesina ha ricordato che l’Italia "è attiva da tempo per favorire la liberazione degli ostaggi e per una soluzione che tenga conto delle ragioni umanitarie e la ripresa di un processo di pace fondato sulla salvaguardia dei diritti umani e civili di tutte le componenti della società colombiana" e il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha detto di considerare la collaborazione tra Colombia e Venezuela "motivo di speranza e di rinnovato impegno".