GdF: scoperto traffico internazionale di scarpe con falso marchio "HOGAN"

Gian Luca Berruti

Con l’operazione “Olimpya 3000” i finanzieri del Comando Provinciale di Ancona hanno stroncato un sodalizio criminale – con basi operative nelle Marche, in Campania e all’estero (Moldavia e Marocco) – responsabile della produzione e commercializzazione di decine di migliaia di calzature e relativi componenti a marchio contraffatto della nota griffe “HOGAN”.Sono 7 le persone arrestate dai finanzieri del capoluogo marchigiano, di cui 3 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, ben 40 i responsabili segnalati all’Autorità Giudiziaria poiché coinvolti a vario titolo nelle illecite attività di contraffazione, mentre ammontano a oltre 50.000 le paia di scarpe sequestrate dalle Fiamme Gialle nelle diverse fasi dell’indagine con il contestuale sequestro di beni per oltre 2 milioni di euro.Il sodalizio di contraffattori – operante a livello internazionale – ha organizzato, gestito e curato tutte le fasi della catena produttiva, dalla stampa delle suole e di altri componenti nelle Marche, provvedendone al successivo assemblaggio in Campania, regione nella quale veniva realizzato il prodotto finito prima di avviarlo alla distribuzione presso i clienti dislocati su tutto il territorio nazionale. Parallelamente alla produzione dei prodotti calzaturieri contraffatti in Italia, l’organizzazione criminale aveva impiantato fabbriche persino in Moldavia, ove veniva curata la contraffazione di calzature destinate esclusivamente al mercato “nero” marchigiano.L’operazione odierna è scaturita da un sequestro eseguito nel novembre 2009 da parte della Guardia di Finanza di Fermo (AP), durante il quale fu intercettato un carico di suole contraffatte dirette in Campania che erano scortate da falsi documenti di accompagnamento riportanti le intestazioni di ditte inesistenti.Gli sviluppi operativi dei militari della Guardia di Finanza, condotti anche con la collaborazione di Organi di Polizia stranieri, hanno consentito di individuare 14 soggetti e di definirne ruoli e condotte delittuose. Secondo gli inquirenti, all’illecita produzione avrebbero concorso ben 7 aziende, di cui 4 con sede in Italia e 3 all’estero. Al fine di eludere i controlli, l’organizzazione era solita spostare, di volta in volta, la produzione delle suole ed i relativi stampi in laboratori diversi e finanche in abitazioni private, concentrando solitamente la lavorazione nelle ore notturne mentre trasporto dei componenti contraffatti avveniva attraverso una rete di corrieri di fiducia.Pur avendo subito numerosi sequestri, i responsabili degli illeciti si erano sempre riorganizzati, spostando la produzione in posti ritenuti sicuri. Di recente, infatti, dopo il sequestro avvenuto in Moldavia di circa 1.200 paia di calzature contraffatte, avevano trasferito i propri macchinari in Marocco, paese nel quale avevano deciso di dare l’avvio a una nuova linea di produzione.Secondo i militari delle Fiamme Gialle, l’organizzazione (in poco più di un anno di attività) ha era riuscita a immettere sul mercato oltre 50.000 paia di calzature contraffatte, realizzando proventi illeciti per un valore pari a circa 2 milioni di euro.  Le scarpe erano di buona fattura e venivano vendute “in nero” a rivenditori all’ingrosso, sia in Campania, sia su tutto il territorio nazionale, al prezzo  di circa 30/35 euro al paio, a fronte di prezzo finale di vendita al dettaglio che oscillava tra i 60 e gli 80 euro. All’operazione, culminata con l’esecuzione delle ordinanze e di numerose perquisizioni personali e domiciliari nelle Marche e in Campania, hanno preso parte oltre 100 finanzieri.