Si è conclusa con 24 misure coercitive personali e con il sequestro di beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, l’attività investigativa delle Fiamme Gialle di Cosenza nei confronti di un’organizzazione criminale operante su vasta scala internazionale. Obiettivo dell’organizzazione era quello di percepire indebitamente le sovvenzioni pubbliche già concesse al Consorzio Procal Imprese, nonché ad altre imprese di fatto riconducibili agli stessi indagati, per un importo complessivo di circa 25.000.000,00 Euro. Altamente sofisticato il sistema truffaldino scoperto dalle Fiamme Gialle. Per garantire uno schermo societario ai soggetti coinvolti nella truffa, sono state create, su scala internazionale, undici società cartiere, operanti in Italia, Panama, Spagna, Germania, Romania ed Emirati Arabi Uniti, tutte di fatto riconducibili ai medesimi indagati, anche per interposte persone, sia fisiche che giuridiche. Ottenuta la disponibilità di tali entità virtuali i partecipi al sodalizio hanno potuto così far predisporre ed utilizzare falsa documentazione contrattuale, amministrativa e fiscale a supporto di operazioni commerciali, documentate anche estero su estero, per un volume d’affari complessivo di circa 48 milioni di euro, di cui oltre 25 milioni riconducibili ad operazioni inesistenti. Per consentirne la regolarizzazione finanziaria, sono stati opportunamente utilizzati centinaia di conti correnti bancari anche on-line, aperti presso svariati istituti di credito europei nonché a Dubai, le cui movimentazioni sono state oggetto di opportuno esame da parte degli investigatori. Il congegno truffaldino scoperto dalla Guardia di Finanza, a corredo di un’indagine durata tre anni, non rappresenta altro che un ulteriore “affinamento” delle tecniche di truffa adottate dalle organizzazioni criminali operanti nello specifico settore economico finanziario. La restituzione del denaro, infatti, a fronte delle fittizie operazioni commerciali, non avveniva immediatamente, ma solo dopo una serie di ulteriori operazioni bancarie che, pur se apparentemente giustificate da retrostanti transazioni economiche, estero su estero, veniva in realtà congegnato al solo scopo di rendere più complesso l’accertamento dell’intero sistema delinquenziale. Con tale schermo societario si voleva così dare una parvenza di effettività ai fittizi apporti di capitale effettuati dai soci delle società beneficiarie delle agevolazioni, condizione questa espressamente richiesta dalla normativa di settore, nonché, una volta capitalizzate tali somme, consentire alle stesse società, in vista dell’erogazione dei finanziamenti pubblici concessi, la regolarizzazione finanziaria fittizia dei costi ammessi alle agevolazioni. Fondamentale per le indagini il supporto investigativo fornito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite, nonché il ricorso a un’articolata attività di rogatoria internazionale. Altrettanto determinante si è rivelato il supporto fornito dalle autorità giudiziaria spagnola, tedesca, svizzera e romena interessate da tale attività. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, oltre ai cosiddetti “colletti bianchi” delle truffe (imprenditori, consulenti e funzionari di banca) anche una cittadina brasiliana di fatto domiciliata in Palma de Mallorca (Spagna), responsabile della cartolare costituzione in territorio estero delle citate società cartiere: tra esse la società off-shore panamense “Acorn Financial Service SA” costituita con il compito di fornire un supporto finanziario cartolare ad alcuni soci esteri delle società consorziate. La citata cittadina brasiliana risulta, altresì, coinvolta nell’ambito di un’inchiesta in materia di riciclaggio internazionale condotta dall’F.B.I. statunitense. L’attività condotta dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano e Sibari, ambito territorio nazionale (Calabria, Puglia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto) e internazionale (Spagna, Germania, Romania, Svizzera, Panama e Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti), ha permesso così di delineare un quadro probatorio certo, avuto riguardo a tutte le persone fisiche e/o giuridiche che rivestendo ruoli specifici, hanno contribuito alla realizzazione del disegno criminoso ideato: cinquanta le persone indagate e trentasei le società coinvolte. In esito alla predetta attività investigativa, il Giudice per le Indagini preliminari di Cosenza ha disposto il sequestro di sette opifici industriali, macchinari industriali e impianti fotovoltaici, quote societarie e 99 conti correnti bancari, per un valore complessivo di oltre 35.000.000 di euro, al netto dei saldi bancari in corso di quantificazione. Il programma di intervento pubblico, che prevedeva un investimento complessivo di circa ottanta milioni di euro, avrebbe dovuto consentire la nascita di realtà imprenditoriali nel territorio calabrese, caratterizzate da un alto grado di innovazione tecnologica, nonché garantire l’occupazione di oltre 500 unità lavorative. Non si ferma l’attività delle Fiamme Gialle, quale organo di polizia economico-finanziaria a competenza generale in via esclusiva, nel contrasto alle truffe ai danni dello stato e dell’unione europea, al fine di garantire un corretto utilizzo dei finanziamenti statali e comunitari, a beneficio delle aziende sane e, soprattutto, al fine di evitare sperpero di denaro pubblico a beneficio di un sano sviluppo economico e occupazionale del territorio.
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