“L’immigrazione è un problema europeo non può essere lasciato ai soli paesi che sono alle porte d’Europa, ma la Ue per ora si è limitata a degli impegni senza alcuna risposta concreta”. È quanto ha affermato ieri il ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, incontrando i giornalisti al 30esimo meeting di Cl, durante il quale ha ribadito la necessità che tutti i 27 Paesi dell’Unione europea si facciano proporzionalmente carico di risolvere il problema dell’immigrazione. «Dobbiamo considerare l’immigrazione come un problema europeo: ma la Ue – ha affermato il ministro – ha fatto numerose affermazioni e malgrado gli impegni assunti non ha ancora risposto alla domanda su cosa succede quando un gruppo di immigrati arriva alle porte d’Europa. Per l’Italia questi rifugiati debbono trovare alloggio e sostentamento in tutti i Paesi europei secondo criteri di distribuzione proporzionale. Non si può pensare che debbano essere accolti dai soli Paesi dove sbarcano ed è qui che è mancata la risposta europea nel dire che tutti i 27 Paesi debbono farsi carico del problema in misura proporzionale. Quando questa risposta sarà data – ha detto ancora – potremo dire che l’Europa ha dimostrato la sua solidarietà". Non si è fatta attendere la risposta di Bruxelles: "La Commissione Europea e i Paesi dell’Ue fanno il loro meglio per rispondere all’emergenza degli sbarchi clandestini alle frontiere meridionali del vecchio continente” ha detto il portavoce della Commissione Ue, Dennis Abbot. “L’Europa” ha aggiunto “sta mostrando grande determinazione per rispondere a questo problema”. E il commissario per Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot “si è già recato a Lampedusa, in Grecia, alle Canarie, e sarà presto in Turchia e Libia”, ha riferito ancora Abbot ricordando come il commissario francese abbia già parlato con il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il portavoce ha quindi ricordato che le stesse conclusioni del Consiglio Europeo insistono sulla necessità di una maggiore solidarietà tra Stati membri del campo dell’immigrazione. “Bisogna cercare di dividere al meglio questo fardello a livello europeo; serve una reazione europea ferma, fondata sulla solidarietà degli Stati membri. E’ essenziale – ha concluso – mettere a disposizione dell’Ue tutti gli strumenti finanziari, giuridici e diplomatici per evitare tragedie come quella di cui siamo stati testimoni la scorsa settimana”.
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