Inizia l’era ‘consumer’ per l’informatica aziendale

la redazione

La consumerizzazione dell’IT all’interno dei Sistemi Informativi aziendali ha raggiunto un punto critico: le organizzazioni IT di stampo tradizionale si sono rese conto di non poter più ignorare l’impatto trasformativo delle tecnologie consumer sull’impresa. Un nuovo studio di IDC dal titolo “IT Consumers Transform the Enterprise: Are You Ready?”, promosso da CA Technologies e divulgato in questi giorni, ha rivelato che, mentre la consumerizzazione dell’IT crea molteplici nuove opportunità, fra cui una maggiore produttività dei dipendenti, migliori interazioni con i clienti, processi decisionali e operatività più rapidi e agili, allo stesso tempo pone notevoli problemi dal punto di vista della sicurezza e della gestione dell’IT.  “La diffusione del cloud computing fra l’utenza consumer è già una realtà dove le applicazioni basate su cloud e i social network sono diventati la norma. L’adozione di questi servizi sta inaugurando una nuova era ‘consumer’ nell’informatica in cui i CIO subiscono notevoli pressioni per soddisfare il fabbisogno pervasivo e contingente di dati e servizi da parte degli utenti aziendali”, ha dichiarato Dave Hansen, General Manager per Enterprise Solutions & Cloud Management di CA Technologies. “Il cloud computing consente una maggiore agilità e offre alle organizzazioni la possibilità di innovare l’offerta di prodotti o servizi. I CIO non possono più permettersi di fare a modo loro, dato che la nuova generazione di lavoratori e clienti esige di essere ‘always-on, always connected’. Contemporaneamente alle nuove opportunità emergono anche dei rischi: sempre di più si avverte l’esigenza di soluzioni affidabili per la gestione e la sicurezza dell’IT in tutti gli ambienti, specialmente virtuali e cloud, per garantire il successo di questa nuova generazione informatica”. “I CIO di oggi hanno l’opportunità di innovare sia il business che l’IT, aiutando le organizzazioni a decidere come cavalcare al meglio l’onda verso la consumerizzazione e la personalizzazione dell’IT”, ha dichiarato Crawford Del Prete, Chief Research Officer di IDC. “Ai CIO viene richiesto di andare al di là della semplice manutenzione dell’operatività informatica dietro il firewall. Di fronte alla rapida e intensa consumerizzazione dell’IT, i CIO hanno il dovere di collaborare a stretto contatto con i responsabili aziendali per creare ambienti sicuri e ben gestiti che consentano all’azienda di comunicare e interagire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo con clienti e dipendenti. I CIO devono impegnarsi in prima persona a controllare che i clienti collaborino attivamente, i dati confidenziali siano protetti, sia stimolata la produttività dei dipendenti e l’impresa ottenga il rendimento massimo da ogni centesimo speso”.In base a un’indagine condotta in tutto il mondo su 804 responsabili IT e 1040 utenti consumer, lo studio IDC ha rivelato che l’utilizzo di smartphone, social network e servizi cloud di tipo consumer sta trasformando radicalmente il modo di operare delle aziende.Lo studio ha infatti scoperto che i responsabili IT utilizzano tattiche diverse per affrontare questi cambiamenti in rapida trasformazione nelle aspettative di clienti e dipendenti. Una parte del campione, pari al 19% del totale di responsabili IT intervistati, si è rivelato particolarmente proattivo nell’anticipare la curva dell’informatica consumer. Questo gruppo ha sottolineato in generale la necessità che l’organizzazione IT operi in stretta collaborazione con i responsabili delle business unit per integrare a fondo le tecnologie consumer in un’ampia gamma di programmi “customer-facing” e di iniziative interne al business.  Questo gruppo di "leader" può essere contrapposto alle organizzazioni “tradizionaliste/conservatrici” che si definiscono “follower“ o a quelle che preferiscono lasciare ai responsabili aziendali la responsabilità di condurre il gioco senza alcuna assistenza dall’IT, essendo più avanti nello sfruttamento dei potenziali vantaggi derivanti dalla consumerizzazione dell’IT. La ricerca ha sottolineato che questi leader hanno maggiori probabilità di realizzare benefici più consistenti dagli investimenti compiuti per accogliere la consumerizzazione dell’IT con una logica proattiva. Ad esempio:- il 45% dei leader, rispetto al 31% del gruppo tradizionalista, riferisce d’aver rilevato una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei clienti con l’uso di social network e Rich Media;- il 32% dei leader, rispetto al 20% del gruppo più conservatore, ha affermato d’aver accresciuto la propria quota di mercato grazie all’impiego di social network e Rich Media;- il 32% dei leader, rispetto al 20% del gruppo tradizionalista, ha notato una maggiore penetrazione in nuove aree geografiche.In base alla stessa logica, questi leader proattivi ricavano notevoli vantaggi dall’utilizzo dei servizi sulle cloud pubbliche. Nello specifico, fra le 616 organizzazioni interpellate che utilizzavano servizi su cloud pubbliche:- il 45% dei leader, contro il 35% dei loro colleghi più tradizionalisti, hanno risposto d’esser riusciti a ridurre il personale informatico, i FTE e/o le spese di formazione grazie al ricorso a servizi su cloud pubbliche;- il 36% dei leader, rispetto al 28% del campione più conservatore, ha segnalato un miglior posizionamento competitivo derivante dall’impiego di servizi su cloud pubbliche;- il 36% dei leader, contro il 26% delle organizzazioni tradizionaliste, ha riscontrato una migliore capacità di far fronte a punte nella domanda grazie all’utilizzo di servizi su cloud pubbliche;- il 33% dei leader, rispetto al 24% delle organizzazioni più conservatrici, ha notato una migliore performance complessiva delle applicazioni a seguito dell’uso di servizi su cloud pubbliche. Sebbene queste tendenze fossero più o meno presenti in tutto il mondo, l’indagine ha tuttavia rivelato una certa variabilità internazionale. Ad esempio:- il 42% dei responsabili informatici statunitensi che già utilizzavano servizi su cloud pubbliche ha dichiarato d’aver registrato delle riduzioni nelle spese per l’organico IT, negli FTE e/o spese di formazione, rispetto al 37% del campione complessivo (inclusi i soggetti intervistati negli Stati Uniti). Gli esempi dei leader forniscono spunti importanti ai responsabili informatici e ai dirigenti aziendali più tradizionalisti che stanno appena iniziando a sfruttare a fondo le opportunità di business create dalla consumerizzazione dell’IT. In particolare, questi leader più esperti sottolineano la necessità di affrontare le seguenti problematiche: – fra le organizzazioni che già utilizzano servizi su cloud pubbliche, la tutela dei dati e la frequenza/accuratezza dei backup nelle implementazioni su cloud pubbliche rappresentano una criticità per il 42% dei leader, contro il 32% dei loro omologhi che operano in organizzazioni più tradizionaliste; – in tutte le organizzazioni interpellate, il 31% dei leader, rispetto al 26% dei colleghi più conservatori era preoccupato di non riuscire a garantire una user experience omogenea ai clienti raggiunti tramite social network sui vari dispositivi o browser;- in tutte le organizzazioni consultate, il 41% dei leader identificava nella capacità di garantire una user experience completa sui dispositivi mobili una delle maggiori sfide derivanti dall’utilizzo di dispositivi mobili da parte dei clienti; – fra le organizzazioni che già utilizzavano servizi su cloud pubbliche, il 42% dei soggetti europei intervistati ha fatto sapere di avere alcune perplessità sulla security e sulla compliance relative a tali servizi, rispetto al 37% della totalità dei soggetti intervistati in tutto il mondo (Europa compresa)."L’esperienza di questi leader proattivi mostra che una collaborazione fra IT e business è fondamentale affinché i CIO possano gestire, controllare e proteggere in modo economico e proattivo gli ambienti informatici in un momento in cui la mobilità, la personalizzazione, il cloud computing e i social media stanno sparigliando le esigenze del business", ha spiegato Del Prete. Metodologia Le informazioni utilizzate per questo articolo provengono da due indagini mondiali e da un focus group diretto a dirigenti IT, tutti condotti nei mesi di marzo e aprile 2011. IDC ha intervistato 804 top manager IT di aziende con fatturato superiore a 1 miliardo di dollari che erano direttamente responsabili o in grado di influenzare la strategia della propria organizzazione in materia di iniziative riguardanti cloud pubbliche, social network e operatività su piattaforme mobili. Un’ulteriore indagine è stata condotta su 1.040 utenti consumer che utilizzavano cloud pubbliche, smart phone e/o social network per scopi personali o professionali. Per essere ritenuti idonei, i potenziali candidati dovevano avere un lavoro fisso, aver compiuto almeno 17 anni e utilizzare un PC o un altro device mobile per scopi personali e/o lavorativi.In entrambi gli studi, i soggetti sono stati selezionati con criterio casuale da panel internazionali condotti in otto Paesi: Stati Uniti, Cina, Germania, Francia, Regno Unito, India, Brasile e Singapore. I dati relativi allo scenario mondiale sono stati derivati ponderando in base al PIL nazionale le risposte fornite dai responsabili IT e in base alla popolazione on-line le risposte fornite dagli utenti consumer.Entrambi i sondaggi sono stati condotti su Internet nella lingua locale.Le indagini sono state successivamente integrate da un focus group condotto su 10 dirigenti IT statunitensi (qualche esempio: Senior Vice President Global IT, Director of IT, Director of IT Operations, Vice President of Technology & Operations, Vice President of IT), responsabili dell’adozione e del supporto delle nuove tecnologie, selezionati fra le fila di organizzazioni attive in svariati settori e con fatturati superiori a 2 miliardi di dollari. Il focus group ha avuto luogo nell’aprile 2011 a New York.