Israele deve fermare l’occupazione dei Territori

Valentina Parisi

Il presidente americano, in visita in Israele, ha sancito un accordo di pace tra israeliani e palestinesi, ponendo fine all’occupazione cominciata nel 1967. Gorge Bush si è detto ottimista per l’accordo di pace, che dovrà concludersi entro la scadenza del suo mandato: gennaio 2009. “Non solo è possibile, deve accadere”, queste le parole del presidente durante l’incontro a Ramallah, in Cisgiordania, con il presidente dell’Anp, Abu Mazen, che ha così dichiarato: “La pace è un’opzione strategica per i palestinesi”. Lo stop all’occupazione non significa però un ritiro immediato del popolo israeliano su tutti i territori occupati, ma l’accordo di pace deve tener conto dell’armistizio del 1949, che tenga conto delle realtà esistenti. Bush, inoltre, ha proposto una sospensione della costruzione degli insediamenti e lo smantellamento degli avamposti illegali, in maniera che la Palestina possa configurarsi come uno stato “a continuità territoriale”. Tuttavia, ha appoggiato anche Israele, con due proposte: modificare e ampliare le sue frontiere del ’49 e promuovere un sistema internazionale che includa indennizzi per il trasferimento dei rifugiati palestinesi nel loro stato. “La Palestina dovrà essere la casa dei palestinesi, come Israele è la casa degli ebrei”, ha commentato il presidente americano. Le difficoltà nel raggiungere l’accordo di pace sono avvertite dallo stesso Bush, che raccomanda Israele di non compiere azioni che possano minare gli sforzi dei servizi palestinesi per ristabilire la sicurezza nei territori. “Non devono esserci più posti di blocco nel territorio palestinese, e questo potrà accadere quando sarà creato uno Stato”, ha concluso il presidente. Nessun pronunciamento rispetto ai due maggiori ostacoli alla “visione” di due stati in pacifica convivenza: Gerusalemme, che è la questione più dolorosa da risolvere, e Hamas che probabilmente non si convertirà alla pace entro un anno.
La visita di Bush in Cisgiordania, proseguita a Betlemme, a visto a Ramallah una manifestazione di protesta, fermata dalle forze dell’ordine palestinese che hanno disperso gas lacrimogeni, e caricato 200 manifestanti che alzavano slogan come “Bush criminale di guerra”. Nella notte, a Gaza, la sede dell’American College è stata attaccata con un lanciagranate, subendo numerosi danni.
Il consigliere per la sicurezza nazionale, Stephen Hadley, ha annunciato il suo ritorno a Gerusalemme per favorire il raggiungimento dell’accordo.