Milano, bomba alla caserma Santa Barbara

Paola Fusco

  Un’esplosione si è verificata, questa mattina, a Milano, davanti alla caserma Santa Barbara in via Perrucchetti. E’ stato un cittadino libico di 35 anni, regolarmente in Italia, a lanciare l’ordigno contro la caserma restando gravemente ferito (sembra che rischi di perdere la mano) e causando anche il ferimento lieve di un militare del corpo di guardia, raggiunto da una scheggia alla mano. La struttura colpita, sede del Primo reggimento trasmissioni e del reggimento artiglieria a cavallo dell’esercito, non ha invece riportato danni gravi. Secondo la prima ricostruzione di polizia e carabinieri l’attentatore, poco dopo le 7.30, si è avvicinato alla porta carraia della caserma e ha cercato di approfittare dell’ingresso di un militare che stava entrando nella struttura per prendere servizio con la sua auto. L’attentatore ha cercato di intrufolarsi ma gli si sono parati davanti i militari di guardia che erano a qualche metro di distanza. È stato a quel punto che l’uomo ha fatto esplodere il rudimentale ordigno, dopo aver gridato “via dall’Afghanistan”, secondo alcuni testimoni, anche se il comandante della caserma, il colonnello Valentino De Simone, smentisce che il libico abbia proferito frasi inerenti ai nostri militari in Afghanistan. L’attentatore è ora ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli per accertamenti clinici, piantonato da un nutrito numero di poliziotti e carabinieri che presidiano l’ingresso del pronto soccorso. Sono in piena fase di svolgimento, con i rilievi della scientifica e degli artificieri, le operazioni di accertamento della dinamica dell’attentato. Sul posto, tra i numerosi funzionari dirigenti e ufficiali di Polizia, Carabinieri ed Esercito, oltre al procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, coordinatore del pool Antiterrorismo, il questore, Vincenzo Indolfi, il Comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, Colonnello Sergio Pascali e il Comandante della Polizia locale, Tullio Mastrangelo. Francesco Rutelli, presidente del Copasir, ha dichiarato che “dalle investigazioni precedenti è emersa una conversazione che parlava di questa caserma come possibile obiettivo”. Era già noto che la Santa Barbara fosse tra gli obiettivi di due presunti terroristi marocchini arrestati a Milano nel dicembre 2008, che progettavano una serie di attentati proprio nel capoluogo lombardo, e ora l’obiettivo degli inquirenti è quello di accertare se l’attentato di oggi sia in qualche modo collegato agli arresti di un anno fa. Il nome della caserma venne fuori da una telefonata intercettata dalla Digos in cui i due marocchini indicavano anche altri obiettivi: l’ufficio stranieri e la sede del terzo reparto mobile della Polizia in via Cagni, a Milano, la caserma dei carabinieri di Giussano e la sede della Compagnia dell’Arma a Desio, il parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno. I due marocchini, Rachid Ilhami, di 31 anni predicatore del centro culturale "Pace" di Macherio, e Gafir Abdelkader, di 42, furono arrestati il 2 dicembre del 2008: di loro gli investigatori dissero che si trattava di “cani sciolti” pervasi però da forte radicalismo islamico, personaggi non inseriti in alcuna organizzazione che, non essendo riusciti a trovare i contatti necessari per recarsi nelle zone di guerra, avevano deciso di combattere la propria battaglia in Italia.