Parco dei Templi: ad Agrigento la Forestale per demolire gli immobili abusivi

redazione

Il personale del Corpo forestale dello Stato, ha sovrainteso con le altre Forze di Polizia  ai lavori di abbattimento nella zona A del Parco archeologico Valle dei Templi. Ieri 24 agosto i mezzi messi a disposizione  dal Comune di Agrigento hanno dato inizio all’abbattimento dei manufatti irregolari.

Gli immobili sono stati dichiarati abusivi, con sentenza definitiva sin dal 1998. La prima opera ad essere demolita è stata un muro di recinzione di circa ottanta metri che delimita una villetta di via Poggio Muscello. I legali dei proprietari hanno fatto opposizione al provvedimento, ma il Corpo Forestale dello stato si è attivato dando corso alla notifica della ordinanza di immediata esecuzione del provvedimento del Procuratore della Repubblica del 3 dicembre 1998, a firma del Sostituto Procuratore Carlo Cinque

I lavori di demolizione, avranno un costo di circa 80.000 euro e verranno eseguiti dall’impresa aggiudicataria del bando di gara del Comune.

Il programma di demolizione, prevede l’abbattimento di  8 immobili abusivi, posizionati nelle contrade  Poggio Muscello, Cugno Vela e Maddalusa.

La Procura della Repubblica di Agrigento ha infatti  dato al Comune un termine fisso per provvedere alle demolizioni.

L’accertamento degli abusi edilizi è stato delegato dalla Procura della Repubblica di Agrigento alla Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato, con il fattivo ed efficace del Centro Regionale Anticrimine Agro-Ambientale del Corpo forestale dello Stato  di Palermo.

Le ruspe infatti  sono tornate in azione, dopo 14 anni, nella valle dei Templi di Agrigento, sito riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità dal 1997. In passato anche l’Esercito, nel 2001, si è attivato per demolire manufatti abusivi, di cui alcuni  abitati.

La zona del Parco dei Templi è sottoposta a tutela sin dagli anni ’60. Peraltro una importante frana il 19 luglio del 1966 ha dato forte impulso al varo di provvedimenti con carattere di urgenza. Ovviamente al rischio idrogeologico si somma l’importante vincolo di natura archeologica di cui è interessata l’area oggetto delle demolizioni.