Sappe: troppa droga nelle carceri liguri

red

Nelle carceri italiane il 25% circa dei detenuti è tossicodipendente ma in Liguria la percentuale "schizza" addirittura oltre il 39%, la più alta in Italia. Pertanto, se per un verso è opportuno agire sul piano del recupero sociale, è altrettanto necessario disporre di adeguate risorse per far fronte alla possibilità che all’interno del carcere entri la droga. Alcuni recenti fatti di cronaca hanno dimostrato che è sempre più frequente il tentativo, anche da parte dei detenuti appena arrestati (come è avvenuto pochi giorni fa a Pontedecimo), di introdurre sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari. Spesso la professionalità della Polizia Penitenziaria consente di individuare i responsabili e di denunciarli all’autorità giudiziaria, ma ciò non è sufficiente. Per questo auspichiamo si provveda ad istituire anche in Liguria, in analogia a quanto già avviene in altre Regioni, un distaccamento di unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria.

E’ quanto dichiara Roberto MARTINELLI, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione dei Baschi Azzurri, dopo la richiesta che sarà formalizzata nelle prossime ore al Provveditorato ligure dell’Amministrazione Penitenziaria ed alla sede centrale del DAP.

Gli ultimi dati disponibili in nostro possesso (riferiti al 30 giugno scorso) evidenziano l’alto numero di tossicodipendenti tra i reclusi liguri: ben 300 a Marassi (su 715 presenti), 100 a Sanremo, 55 a La Spezia, 44 a Pontedecimo, 42 a Chiavari, 40 a Imperia e 37 a Savona. I numeri di quanti sono in trattamento metadonico sono abbastanza contenuti: 59 a Marassi, 19 a Sanremo, 9 a La Spezia, 10 a Pontedecimo, 8 a Chiavari, 5 a Imperia e 3 a Savona. Vi è chi (detenuti appena arrestati, come avvenuto a Pontedecimo, o amici e familiari ammessi a colloquio) tenta di introdurre sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari, ma grazie alla professionalità della Polizia Penitenziaria ciò viene impedito. Noi riteniamo si possa e si debba fare un ulteriore sforzo per contrastare con forza queste possibilità.  Il nostro Contratto di Lavoro del 1995 prevede, tra le specializzazioni del Corpo di Polizia Penitenziaria, i conduttori di unità cinofili; tale servizio è già stato attivato in sette regioni d’Italia, da ultimo in Emilia Romagna proprio in questi giorni, per cui chiederemo al Provveditore della Liguria di attivarsi presso il Dipartimento centrale penitenziario al fine di avviare l’iter per l’istituzione di un distaccamento di unità cinofile del Corpo anche nella nostra Regione.