Tempi duri per i molestatori

Massimo Scambelluri

Il fenomeno dello “stalking” diventerà presto una nuova ipotesi di reato da introdurre nel nostro ordinamento. Sono ormai sempre più frequenti i casi denunciati di atteggiamenti attraverso i quali una persona perseguita un’altra con intrusioni, appostamenti, tentativi di contatti ossessivi ed indesiderati, tali da provocare nella vittima ansia e paura, sino a renderle impossibile un normale svolgimento della vita. Solo ieri l’ultima notizia di cronaca: un uomo marchigiano, esasperato dai comportamenti aggressivi della sua ex fidanzata, incapace di accettare la fine della loro storia, si è rivolto alla polizia per porre fine alle incessanti ingiuriose telefonate e agli appostamenti della donna. Lo stalker di solito agisce per recuperare il rapporto precedente o per vendicarsi di esser stato lasciato, protraendo comportamenti ossessivi per mesi o anni, il che mette in luce l’anormalità di simili atteggiamenti. Di fronte ad un fenomeno sempre più frequente nelle notizie di cronaca, la Polizia di Stato, in collaborazione con il dipartimento di Psicologia (Centro Studi Cesvis) della seconda Università degli studi di Napoli, ha creato S.I.L.V.I.A. (Stalking inventory list per vittime e autori), un progetto per monitorare i casi attraverso un formulario che aiuti gli operatori a conoscere meglio le caratteristiche di questo fenomeno, nell’ottica di sensibilizzare anche i poliziotti per fare in modo che il primo contatto con le forze dell’ordine sia rassicurante e permetta di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima.