Tonnellate di pesce adulterato per il Cenone di Capodanno

Roberto Imbastaro

Il pesce sulle tavole degli italiani? Assolutamente adulterato, almeno per commercianti e produttori senza scrupoli che hanno invaso il mercato italiano con ignoti abitanti di mari lontani spacciati per nostrani e con tanto pesce d’annata (le più gettonate il 2003 e il 2007) da farci gustare a Capodanno a prezzi d’affezione.

In questa truffa l’Italia è unita più che mai. Padana o borbonica che sia, la cena di capodanno rischia di trasformarsi in un grande banchetto alla salmonella (se va bene).  Vediamo solo un breve elenco, perché le comunicazioni della Guardia Costiera di questi giorni sono state tantissime grazie ad un impegno straordinario di questo corpo che tutti gli amici del mare non devono mai smettere di ringraziare e quando possibile di aiutare. A Livorno, per iniziare, la Guardia Costiera ha sequestrato pesce scaduto dal 2007 e alcune partite di pesce “pregiato” che in realtà non lo era. Questo sarebbe stato opportunamente scongelato e rivenduto come fresco. La Capitaneria di porto a Pescara, poi, ha fatto il punto sull’attività del 2010, anno nel quale sono state sequestrate 8 tonnellate di pesce. In Puglia, invece, in un anno sono state sequestrate ben 50 tonnellate di pesce, ma di queste ben 28 sono state scoperte solo la notte del 28 dicembre a Polignano. Gamberi thailandesi venduti per mazzancolle, quattro tonnellate di ostriche senza alcuna etichetta di tracciabilità, polpi, capitoni, anguille e crostacei provenienti dall’estero (e ci può anche stare) ma spacciati per “nostrani” con un notevole incremento di prezzo. In Calabria sequestrate altre 27 tonnellate di pesce non in regola, di cui 24 di tonno rosso nel vibonese e tanto finto baccalà che si ritrova, però, anche in alcuni ristoranti di Albissola e in una pescheria di Finale Ligure: in entrambi i casi il pesce surgelato era venduto come fresco. A Palermo, patria dei più bei mercati del pesce della nostra penisola, la Capitaneria di porto ha sequestrato oltre 35 tonnellate di pesce nelle ultime due settimane, nell’ ambito di un servizio di controllo tra la piccola e la grande distribuzione. Controllate 600 pescherie, ma anche  ristoranti, commercianti ambulanti e pescherecci in mare. Sono state 147 le violazioni riscontrate mentre le sanzioni amministrative inflitte ammontano a 128 mila euro. E anche nei ristoranti palermitani, purtroppo, si è scoperto del surgelato venduto per fresco. A Napoli sequestro di 111 chili di datteri, pesca vietatissima che distrugge completamente un ecosistema che impiega decine di anni per rigenerarsi. Sequestrata anche un’acquacoltura, dove le cozze erano in condizioni igienico-sanitarie vergognose e vasche in cui i pesci erano conservati in acqua di fogna. Ed infine la buona notizia. A Cagliari un carico di aragoste sequestrato l’altro ieri mattina dalla Guardia Costiera finirà non in qualche sontuoso cenone di Capodanno, ma sulla tavola dei poveri assistiti dalla Caritas. Anche questo è uno degli interventi della Guardia Costiera effettuati nell’ambito dell’operazione Onda d’ urto, iniziata il 16 dicembre in tutta Italia  e conclusa ieri.