Truffe all’erario, sgominata banda

Paola Fusco

 

 

Non aveva mai presentato, negli ultimi cinque anni, le dichiarazioni dei redditi e impiegava i milionari proventi, spesso illeciti, per vivere da “nababbo” in una lussuosa villa di una nota località balneare guidando Lamborghini e Bmw X5. Per smascherarlo i Finanzieri padovani hanno impiegato mesi tra perquisizioni, intercettazioni, accertamenti bancari e patrimoniali. Gli sviluppi dell’azione investigativa, innescata da una verifica fiscale intrapresa nei confronti della ditta individuale riconducibile ad un “facoltoso” ed “astuto” evasore totale, amante della bella vita, hanno consentito di smascherare un sodalizio criminoso specializzato in truffe attuate nei confronti di decine di imprese ed intermediari finanziari di numerosi paesi europei. Attraverso l’utilizzo di documenti fiscali e contabili fittizi, predisposti ad hoc dal figlio di un commercialista, società “prestanome”, prive di una sede reale e regolare contabilità, venivano fatte apparire come “solide” e “reali”. Stabilito un contatto con ignare imprese ubicate in ambito comunitario, venivano inviati gli ordinativi, unitamente ai documenti contabili fittizi. Ottenuta la merce, omettendone il connesso pagamento, la stessa veniva ceduta a imprese nazionali compiacenti contestualmente all’emissione di fatture false necessarie per “regolarizzare” contabilmente l’operazione commerciale. Tramite questo modus operandi il sodalizio criminoso non solo truffava l’Amministrazione Finanziaria, incassando l’IVA che sarebbe dovuta confluire nelle casse dell’erario – di fatto ripartita tra gli artefici della frode – ma ricavava inoltre indebiti proventi (nell’ultimo triennio circa due milioni di euro) dalla vendita della merce fraudolentemente ottenuta. Nella rete dell’organizzazione criminale sono finite anche numerose società di finanziamento ed istituti di credito. Difatti, sempre mediante l’utilizzo di imprese “prestanome” e di documenti contabili/fiscali fittizi, i truffatori ottenevano finanziamenti per l’acquisto di beni mobili e immobili (spesso di lusso), omettendo sistematicamente di onorare i relativi canoni dovuti (profitto illecito – ultimo triennio – più di un milione di euro). Il tempestivo intervento dei Finanzieri della Compagnia di Padova, nel solo mese di maggio 2008, ha scongiurato una truffa di oltre 500 mila euro nei confronti di un istituto di credito. Le medesime imprese “prestanome” venivano infine utilizzate anche per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’intervento dei Finanzieri patavini ha infatti consentito la sospensione, presso l’U.T.G. di Padova, dei procedimenti amministrativi necessari per la regolarizzazione di 55 extra-comunitari che avrebbero dovuto corrispondere all’associazione criminale circa 200 mila euro. L’operazione si è conclusa con la completa disarticolazione del sodalizio e il sequestro preventivo di beni di lusso come una Lamborghini Diablo, due quad, una moto d’acqua, una lussuosa villa a Jesolo (VE) nonché 14.500 kg di materiale plastico, numerosi computer e telefoni cellulari. Sono in corso gli accertamenti di carattere fiscale.