Fango tossico, si spera nella diluizione

Tiziana Montalbano
Ora che i fanghi tossici sono arrivati nel Danubio si può contare soltanto sull’effetto della diluizione. Lo afferma Loredana Musumeci, che dirige il dipartimento ambiente dell’istituto Superiore di Sanità.
”A questo punto si puo’ intervenire con barriere assorbenti, ma tecnicamente e’ difficile – spiega Musmeci – per fortuna il Danubio e’ un fiume di grande portata, quindi dovrebbe avere la capacita’ di diluire le sostanze presenti nei fanghi, anche se per esserne certi bisognerebbe sapere esattamente le quantita’ che si stanno riversando nel fiume”. Secondo l’ esperta i valori di pH misurati nel punto in cui il fango e’ arrivato nel fiume, passati da 13 a 9,3, sono rassicuranti: ‘ L’ effetto corrosivo dovuto al pH si ha se questo supera un valore di 12 – afferma Musmeci – questo vuol dire che i fanghi sono gia’ abbastanza diluiti, e il loro effetto sulla fauna e sull’ uomo e’ minore. I componenti principali dei fanghi sono l’ ossido di ferro, che da’ la colorazione rossa, e quello di titanio. Il primo non e’ dannoso per la salute, mentre il secondo puo’ avere una certa pericolosita’ a seconda della concentrazione”. Per le schede di sicurezza dell’ ossido di titanio, questo non ha una grande pericolosita’ a breve termine, ma alcuni studi sistengono che puo’ essere cancerogeno sul lungo periodo. In Italia non si e’ mai verificata una situazione simile: ” Da noi ormai le fabbriche di alluminio sono inattive – conferma
l’ esperta – ci sono dei depositi di questi fanghi ancora da smaltire in diversi siti di interesse nazionale, ma ormai sono essiccati, e quindi non c’ e’ piu’ il problema della loro alcalinita’ perche’ hanno perso tutta l’ acqua’.