Uranio impoverito: 216 morti tra i militari italiani

Massimo Scambelluri

L’Associazione Vittime Uranio ha denunciato questa mattina nel corso di una conferenza stampa due nuovi casi di morte e quattro nuovi casi di malattia di personale militare entrato in contatto con l’uranio impoverito nel corso del servizio. Secondo l’associazione sono almeno 216 i militari italiani morti per possibile contaminazione da uranio impoverito contro i 171 morti di un documento ufficiale della Sanità militare, agli atti dell’ ultima commissione parlamentare di inchiesta.
Per l’Associazione il documento registra l’ultimo decesso nel 2006 e non comprende i reduci da molte missioni, dai poligoni e tutti coloro che al momento della morte non erano più in servizio. Nel corso della conferenza, alla quale hanno partecipato anche alcuni ex militari malati, l’Associazione ha richiesto l’istituzione di una nuova Commissione Parlamentare di inchiesta per ampliare il lavoro svolto dalla precedente. L’Associazione chiede di far luce anche sui poligoni di tiro: dei nuovi casi registrati e portati oggi a conoscenza dell’opinione pubblica, ve ne sono due per i quali i sospetti di contagio tramite esposizione ad uranio impoverito riguardano militari in imissione presso i poligoni di tiro di di Capo San Lorenzo, in Sardegna, e di Torre Veneri, nel Salento.